#10 Modulo
Tutelare l’innovazione e allo stesso tempo condividere best-practices. Perché se è vero che un’idea che può essere copiata può essere anche migliorata dai concorrenti certo questo non può essere un pretesto per non premere sull’acceleratore dell’innovazione. Basta tutelarsi e informarsi. Questo è uno degli insegnamenti del decimo modulo dell’Academy di 012factory il percorso di preparazione al mondo dell’impresa. A due moduli dal termine infatti i soci di 012factory hanno dato consigli e strumenti agli aspiranti startupper per proteggere i loro progetti. Dalla proprietà intellettuale ai brevetti e così via.
Un’attenzione alla normativa che, in un mercato ultra-globale, deve tener conto anche di quelle che sono le regole nei vari eventuali paesi selezionati per puntare al successo. Quale che sia la propria attività. Spesso con l’aiuto di partner ad hoc, come accenna Raffaele Cutillo, architetto e professore che è stato uno degli speaker ospiti del venerdì e che ha spiegato: “Sono proprio le partnership la strada verso l’estero, anche dal punto di vista legale. Così tutto è semplificato e non c’è il rischio di incorrere in errori. Me ne sono accorto io stesso nei vari progetti che ho avuto all’estero. Ad esempio in Cina, dove sto portando avanti un interessante progetto su un Campus per un’università della terza età. Ecco forse è il giusto mezzo tra creatività e pragmatismo a fare il successo dell’impresa. La creatività serve, ma va domata per restare nei limiti imposti da committenti e normative vigenti trovando quel quid che può fare la differenza rispetto ai competitors”.
Un giusto mezzo tra creatività e praticità, dunque. Superando il taboo del fallimento. Lo sa bene il secondo speaker ospite, imprenditore impegnato nel no-profit e autore del libro “Come far fallire una startup ed essere felici” edito da Bompiani. “La mia prima esperienza come imprenditore? Dopo anni nel mondo della consulenza strategica decido di fondare la mia impresa nel weekend. Con un amico. Un’idea malsana che non è andata molto bene. Facevamo magliette con una manica lunga e una corta, pensate un po’. Eppure mi è servito tantissimo. Per capire come muovermi tra competitor e affini. Qualche tempo dopo poi ho coinvolto una collega, Cristina Pozzi, in una nuova startup. L’idea era creare un sito di realtà esperienziali. Era l’origine di Wish Days”. Dal racconto di quel successo che avrebbe portato alla vendita a Smartbox nel 2016 un’exit milionaria al suo impegno in Impactscool sempre con Cristina Pozzi, diventata la sua socia storica ormai e Andrea Geremicca, Dusi è poi passato a una serie di consigli pratici. “Io partirei dal fare un attento studio dei fallimenti di quelli che hanno fatto qualcosa di affine al nostro progetto. Pensate a Facebook, cresciuta sull’insuccesso di Friendster. Ma non solo. Bisogna prima di tutto trovare il co-founder perfetto. Quello che ci completa. Nessuna società può andare avanti con un unico socio. Vi dico di più. Nessuno vi finanzia se siete soli perché per dare il via a una startup, o impresa che sia, per realizzare il proprio sogno ci vogliono ore e ore di lavoro e un pacchetto di competenze il più variegato possibile. Inoltre anche l’idea vuole la sua parte. E la passione. Quella che ti fa dare il massimo anche nei momenti più difficili”.
Ti sei perso qualcosa?
Ecco quali sono stati gli Speaker protagonisti del #10 Modulo.