Il 15 marzo è la
Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla per sensibilizzare sui
Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. E come 012factory crediamo sia importante continuare a porre l’attenzione su un fenomeno in continua crescita che coinvolge persone di tutte le età, con un impatto significativo su salute fisica, benessere psicologico ed emotivo.
Anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata sono i più conosciuti, ma esistono molte altre forme di sofferenza legate al cibo, spesso meno visibili ma altrettanto impattanti, come
l’ortoressia e
la vigoressia, esempi di come il rapporto con l’alimentazione possa diventare un’ossessione che condiziona il benessere fisico e mentale.
Nessun giudizio
Dietro ogni disturbo si nasconde un mondo complesso fatto di emozioni, ansie, traumi e pressioni sociali. Non si tratta solo di cibo o di peso:
il cibo diventa un mezzo per esprimere un dolore profondo, per controllare ciò che sembra incontrollabile o per rispondere a un bisogno di accettazione.
Per questo, la Giornata del Fiocchetto Lilla non è solo un momento di riflessione, ma un’occasione per rompere il silenzio, per diffondere consapevolezza e per ribadire che
nessuno è solo nella propria battaglia. Il supporto di amici, familiari e professionisti può fare la differenza nel percorso di guarigione.
Sensibilizzare è il primo passo per abbattere stigma e pregiudizi, affinché chi soffre possa sentirsi ascoltato e compreso, senza paura di essere giudicato.
A chi rivolgersi
Chi vuole può contattare il
800180969, un servizio di counseling anonimo e gratuito.
QUI invece è possibile accedere alla
mappa in base a regione, provincia, tipologia di servizio (associazione, centro di cura privato accreditato convenzionato, centro di cura pubblico) e tipologia di interventi (ambulatoriale, semiresidenziale, residenziale).
È infatti importante rivolgersi a
specialisti formati per essere seguiti da un team che preveda terapia psicologica, riabilitazione nutrizionale e monitoraggio medico con professionisti differenti secondo il specifico.
Le persone
La narrazione relativa ai disturbi “al femminile” è cambiata. La
percentuale maschile è già arrivata al 20%, così come l’età dell’esordio è calata progressivamente fino agli
8 anni: il 30% della popolazione ammalata è under14.
Colpisce però qualunque fascia d’età con conseguenze importanti e i numeri sono cresciuti molto negli ultimi anni, complice anche una crescente consapevolezza che porta tante persone a riconoscere di cosa si tratta.
Si stima infatti che a soffrire dei Dna in Italia siano
oltre 3 milioni di persone, ma il dato è decisamente incompleto perché non può tenere conto del sommerso, incalcolabile.
I numeri
In Italia nel 2024 i decessi per malattie legate ai disturbi dell’alimentazione sono stati 3.980 (dati Recam), oramai la prima causa di morte tra gli adolescenti dopo gli incidenti stradale, dice
Laura Dalla Ragione, psichiatra Direttrice della Rete Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) Usl1 dell'Umbria, Docente del Campus Biomedico di Roma nonché direttrice del Numero Verde “SOS Disturbi alimentari” istituito a Todi dalla
Presidenza del Consiglio e dall’Istituto Superiore di Sanità.
Ogni anno si intercettano sempre più casi nuovi (secondo i dati del ministero della Salute nel 2019 erano 680.569 e sono progressivamente cresciuti fino ad arrivare, nel 2023, a quota 1.680.456). Le conseguenze dei dca sono depressione, limitazione della vita sociale e lavorativa, compromissione di apparati cardiaco e gastrointestinale, osteoporosi, morte per arresto cardiaco o suicidio. Le cause di morte sono collegate alle complicanze mediche e all’alto tasso di suicidio.
Ecco perché è importante iniziare il prima possibile un percorso capace di
restituire alle persone la propria vita.
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