La startup Med In Eat e il Comune di Todi insieme per l’alimentazione dei bambini
Un protocollo d’intesa appena firmato con il “Comune Family Friendly” di Todi per la salute alimentare dei più piccoli. Lo ha appena sottoscritto Med In Eat, startup innovativa a vocazione sociale incubata da 012factory che ha ideato e diffonde il metodo Slurp Kids – Il ristorante a misura di bambino.
I bambini al ristorante mangiano quasi sempre malissimo, dice Rosaria Castaldo, giornalista esperta in enogastronomia e docente all’Università dei Sapori di Perugia. Nel 2005 ha creato la “Carta dei diritti alimentari per la crescita” grazie alla collaborazione dello chef Gualtiero Marchesi, del professor Francesco Tonucci del CNR (ideatore della Città dei bambini), dell’esperto in scienza dell’alimentazione Giorgio Calabrese, di Albino Ganapini dell’Alma, dello chef Alfonso Iaccarino e di tanti altri esperti.
Il progetto approvato dal Comune di Todi si basa su tre punti.
Ci sarà innanzitutto un percorso educativo di 3 mesi per i bambini dai 6 agli 11 anni. Diventeranno anche dei piccoli critici gastronomici capaci di valutare i ristoranti e di assegnare delle “stelline” a quelli che prestano maggiore attenzione all’alimentazione delle nuove generazioni. Inoltre lavorerò con le mense scolastiche di Todi per aiutarle a ridurre lo spreco di cibo.
Saranno formati anche i ristoratori?
Le attività che aderiranno al progetto potranno usufruire di una formazione per chef e personale di sala. Quindi non solo per la stesura del menu, ma pure per l’accoglienza dei bambini e l’utilizzo di tovagliette ludico-educative per riconoscere la stagionalità dei prodotti, imparare a scegliere e fare la raccolta differenziata.
Al termine ci sarà un evento pubblico nazionale con contest e show cooking. L’obiettivo è quello di diffondere sempre di più l’alimentazione sana e corretta, attraverso un progetto pilota che coinvolgerà per la prima volta un’intera città.
Come nasce Med In Eat?
Mi sono sempre occupata di food, con un occhio particolare all’alimentazione dei bambini. E da molti anni mi sono accorta che i più piccoli mangiavano sempre peggio, tant’è che l’obesità infantile italiana presenta dati allarmanti. Così ho creato la “Carta dei diritti alimentari per la crescita” e una serie di eventi con grandi chef per cercare di cambiare qualcosa. Poi nel 2018 ho partecipato a 012Academy di 012factory per concretizzare sempre di più la mia idea attraverso la creazione di una start up. Ho strutturato un protocollo che ho proposto a diversi ristoranti. Ho lavorato anche con Scuola Intrecci, l’accademia di alta formazione della famiglia Cotarella, e con Gambero Rosso Academy.
La sua è un’educazione alimentare attraverso il gioco.
I bambini non apprezzano quasi mai il cibo sano perché spesso i loro genitori non ci badano per mancanza di tempo o per leggerezza. Il mio è un percorso che coinvolge anche le famiglie e che include pure la ristorazione per cucinare dei cibi sani e gustosi. Si tratta di un ottimo investimento sulla salute, che riduce le patologie e la necessità di ricorrere ai servizi sanitari.
Intanto è anche tra le 15 finaliste di Camst.
Ho partecipato all’Innovation Call di Camst Group, il colosso delle mense scolastiche. Med In Eat è tra le 15 startup finaliste. Ne sceglieranno solo 5, ma per me è già un grande risultato. D’altronde la mia è un’innovazione sociale, vale a dire qualcosa di meno visibile e più complicato da comprendere rispetto a quella digitale.
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