Startup, AI e sostenibilità sono i pilastri del futuro

 

L’innovazione globale sta ridefinendo i confini di settori nuovi e tradizionali, intrecciando startup, intelligenza artificiale e sostenibilità, in un unico flusso dinamico. Da Torino alla Cina, passando per Milano e gli Stati Uniti, il cambiamento è guidato da visioni diverse ma convergenti: la trasformazione digitale, la sostenibilità e la creazione di soluzioni che rispondano alle sfide globali. Vediamo come queste forze stanno modellando il panorama economico.

Innovazione locale e impatto globale: il caso italiano
In Italia, l’innovazione sta vivendo una fase di evoluzione significativa. Grazie alla partnership tra Ogr Torino ed EIT Urban Mobility, Torino è un ponte strategico tra startup italiane e mercati internazionali. Con oltre 350 milioni di euro di investimenti attratti, e un focus su soluzioni di mobilità sostenibile, le startup locali stanno acquisendo visibilità globale.
Allo stesso tempo, Milano si distingue come polo d’innovazione grazie a Jet HR, una startup che automatizza la gestione del personale per oltre 500 aziende clienti. Jet HR dimostra come la tecnologia possa ridurre la burocrazia e semplificare i processi aziendali, un fattore critico in un Paese in cui la complessità amministrativa è spesso un ostacolo alla crescita. L’obiettivo è ambizioso: gestire la busta paga di un italiano su cinque nei prossimi sei anni. Anche realtà come 2100 Ventures, sostenuta da Alessandro Benetton, puntano a integrare le startup italiane in reti internazionali per accelerare l’innovazione.

Intelligenza Artificiale e Biotech: la spinta della Cina
Un elemento chiave dell’innovazione globale è rappresentato dall’intelligenza artificiale e dal biotech, due settori in cui la Cina sta emergendo come leader globale. La rivoluzione dell’IA è guidata dalla startup DeepSeek che ha introdotto modelli avanzati di apprendimento automatico a costi molto inferiori rispetto agli standard statunitensi. La Cina sta quindi replicando questo modello anche nel biotech, con aziende come Akeso che hanno sviluppato farmaci in grado di competere con i colossi americani come Merck.
Il successo di queste aziende dimostra che l’innovazione non è più confinata ai tradizionali hub tecnologici come Boston o San Francisco. Inoltre, i costi inferiori della ricerca clinica in Cina e un processo regolatorio più rapido, stanno consentendo alle biotech cinesi di ottenere risultati competitivi a livello globale. Oggi, quasi il 30% delle principali transazioni farmaceutiche coinvolge aziende cinesi: nel 2020 erano meno del 5%.

Startup e innovazione tecnologica oltre i confini nazionali
Un altro esempio di questa spinta globale è rappresentato dall’acquisizione della società di sviluppo software QBurst da parte del fondo di private equity Multiples. Con un investimento di 200 milioni di dollari, Multiples ha dimostrato una crescente centralità delle startup tecnologiche nell’economia globale. E QBurst è un esempio di come l’innovazione non riguardi solo i prodotti, ma anche i processi, grazie all’integrazione di intelligenza artificiale, machine learning e cloud computing. Anche nel campo della sostenibilità, startup come Beyond Oil stanno rivoluzionando i settori tradizionali. Questa startup israeliana ha sviluppato una polvere innovativa che assorbe le tossine cancerogene dall’olio fritto riutilizzato, riducendo lo spreco alimentare e migliorando la salute. Questo approccio combina innovazione tecnologica e impatto ambientale, dimostrando che la sostenibilità può essere un motore di crescita.

Innovazione e sanità: l’Europa tra leadership e nuove sfide
Tuttavia, non tutti i Paesi stanno cavalcando questa ondata di innovazione allo stesso modo. L’Europa, ad esempio, pur vantando il numero più alto di startup biotech, fatica a tradurre questo vantaggio in innovazioni brevettate. Secondo l’Office Européen des Brevets, molte startup europee si trovano in fase iniziale e spesso mancano dei capitali necessari per completare gli studi clinici: di conseguenza, gli Stati Uniti e la Cina continuano a dominare la scena globale.
Un caso interessante è quello della ricerca oncologica, dove le startup cinesi hanno registrato un aumento del 37,5% annuo nelle richieste di brevetto tra il 2015 e il 2021. L’Europa, invece, si affida fortemente alla ricerca pubblica, ma la mancanza di investimenti privati sta rallentando il ritmo delle innovazioni.

Il futuro è ibrido La soluzione potrebbe risiedere in modelli ibridi, proprio come suggerisce il concetto di imprese plug-in, un nuovo paradigma proposto dall’economista Giulio Buchini. Queste realtà combinano l’agilità delle startup con la solidità delle PMI tradizionali, inserendosi nelle filiere produttive esistenti per accelerare l’innovazione senza disperdere il capitale umano locale. Esempi come AzzurroDigitale e Hipert dimostrano che questa strada può rappresentare una terza via per rilanciare i distretti produttivi italiani.

Un ecosistema in evoluzione
L’innovazione globale non è un gioco a somma zero: il successo delle startup cinesi o americane non deve necessariamente essere una minaccia per l’Europa. Può essere invece un’opportunità per creare nuove sinergie tra ecosistemi. La chiave sarà la capacità di investire in infrastrutture, collaborare a livello internazionale e adottare modelli di business flessibili come quello delle imprese plug-in. In un mondo sempre più interconnesso, innovare significa adattarsi, evolvere e imparare dagli altri.

Fonti
• Libero, 8 febbraio 2025: La piattaforma che libera le aziende dalla schiavitù della burocrazia
• Wirtschafts Woche, 7 febbraio 2025: „KI gegen Wasserschäden“
• la Repubblica, 3 febbraio 2025: Patto tra Ogr e Eit per attrarre startup
• La Verità, 9 febbraio 2025: La startup che rende il cibo fritto più salutare
• Handelsblatt, 7, 8, 9 febbraio 2025: Deutschlands wichtigste Wette auf die Zukunft
• Corriere della Sera, 3 febbraio 2025: Benetton fa scuola con le startup europee
• The Wall Street Journal, 8-9 febbraio 2025: The Drug Industry’s DeepSeek Moment


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